Amanti delle Marche, la regione della bellezza infinita e all’infinito, ben trovat*.
Come di consueto, vi accompagniamo in giro per i borghi, le città e i paesi grandi e piccoli di questa regione, di modo che possiate scoprirne bellezze e particolarità.
In questo articolo vi parleremo della città che veniva connessa a Roma dall’antica via Consolare Flaminia; della città di cui Vitruvio parla come esempio nel suo trattato “De Architectura”; della città romana per eccellenza, ma anche malatestiana; della città dei marinai, del brodetto, del carnevale e della moretta.
Ovviamente vi parleremo di Fano, la terza città delle Marche per ordine di grandezza e densità di abitanti, in provincia di Pesaro e Urbino!
Venite con noi per le vie del centro e ammirate i mille scorci di storia!
LA CITTÀ DELLA FORTUNA E LE SUE ORIGINI
Possiamo intuirlo già dal nome: la città di Fano ha origini molto antiche.
Ritrovamenti archeologici in varie zone della città e paesini attigui (come Roncosambaccio), ci parlano infatti di un abitato piceno, sviluppatosi tra le prime colline (ove poi sorgerà l’eremo di Montegiove) ed il vicino Mare Adriatico.
Una posizione ideale, pianeggiante, riparata e comoda per il trasporto fluviale e marittimo.
Ma Fano diventa Fano, solo con l’arrivo di Roma. È nel 223 a.C. che il censore Gaio Flaminio riesce a conquistare quest’area, dominata da tribù locali, e a connetterla a Roma tramite la via consolare che poi prenderà il suo nome.
In questo luogo, i romani, trovano un villaggio sviluppatosi attorno al culto della Dea Fortuna e al santuario a lei dedicato: per questo motivo, era conosciuta come Fanum Fortunae, il Tempio della Fortuna.
FANO E LA STORIA
Come avrete certamente capito dal paragrafo precedente, Fano ha un grande legame storico con Roma antica, sia durante la repubblica, sia durante l’impero.
È infatti in prossimità di Fano, in un’area ancora da identificare tra le cittadine di Lucrezia, Calcinelli e Saltara, che si sarebbe svolta la Battaglia del Metauro.
Evento significativo, avvenuto nel 207 a.C., che vede l’esercito romano riuscire a fermare l’avanzata dei cartaginesi di Asdrubale, e cominciare quindi il lavoro di rimonta su Annibale e Cartagine che avevano invaso la penisola.
In pratica uno dei più grandi spartiacque della storia, è avvenuto nei pressi di Fano!
Altro punto di svolta per la città di Fano, è il 9 a.C.: è in questo periodo infatti, che l’imperatore Augusto comincia la strutturazione dell’impero in provincie, e Fano viene dedotta a Colonia Julia Fanestris.
Augusto assegna quindi all’architetto Marco Vitruvio Pollione, l’incarico di trasformare ed edificare la nuova colonia. Ecco allora che abbiamo un’ottima cinta muraria con tanto di torrioni difensivi esterni, un ampliamento della via Flaminia fino a diventare decumano massimo della città, un teatro e una basilica nell’area del foro.
Di tutte queste opere sono però visibili solo le mura: la storia ha infatti il suo corso, e delle opere vitruviane abbiamo testimonianza solo grazie alle parole dell’architetto stesso nella sua opera didattica “De Architectura”.
Monumento che più di tutti sancisce la grandezza di Fano romana, è la Porta Augustea, detta anche Arco d’Augusto. Magistrale opera architettonica, questo arco a tre fornici viene realizzato in travertino e pietra d’Istria tagliata in opus quadratum, sancendo l’entrata della via Flaminia nella colonia.
Sopravvissuto un po’ malconcio ai vari secoli, l’Arco è ancora lì ad accogliere i visitatori all’ingresso del centro storico di Fano.
L’EPOCA DEI MALATESTA: FANO NEL MEDIOEVO
Fano ha ricoperto un ruolo importante anche in periodi successivi a quello romano.
In periodo tardo-antico e alto-medioevale, possiamo infatti trovare Fano come protagonista della battaglia che sancisce la vittoria di Aureliano sugli Alemanni nel 271 d.C.; del saccheggio di Attila nel 453 d.C.; dell’assedio degli Ostrogoti e della ricostruzione da parte del generale bizantino Belisario.
Il periodo medioevale diventa un momento di grande rinnovamento: dopo periodi di intense lotte intestine tra le due grandi famiglie nobiliari, del Cassero e da Carignano, alla fine del XIII secolo Fano passa al dominio dei Malatesta di Rimini.
La famiglia malatestiana riporta lustro alla città ed è a loro che si deve l’ampliamento delle mura difensive con la creazione di una Porta Maggiore e di un bastione difensivo annesso; la creazione di un palazzo con relativa corte e soprattutto un’imponente rocca difensiva a nord della città.
Il potere rimase nelle mani dei riminesi fino al 1463, quando Sigismondo Malatesta dovette cedere Fano al duca d’Urbino, Federico da Montefeltro, dopo un violentissimo assedio che per altro finì con il danneggiare l’Arco d’Augusto.
DUE PASSI NEL CENTRO DI FANO
Perché non rivivere la storia noi stessi, magari fermandoci di tanto in tanto per bere qualche cocktail?
Partiamo dunque dall’area del Pincio: recentemente restaurata con un nuovo pavé, arredo urbano e recupero delle murature storiche, questa zona è il biglietto da visita del centro; dove possiamo trovare la Porta Maggiore, i giardini del Pincio e soprattutto il decantato Arco.
Passeggiando per il giardinetto non possiamo fare a meno di notare la statua del divo Augusto, copia di quella conservata al museo di Prima Porta a Roma, che sembra volerci invitare a visitare la città
E noi lo vogliamo accontentare: ci avviciniamo all’Arco, dove possiamo subito trovare la Chiesa di San Michele, edificio “spostato” più avanti come ci mostrano le foto d’epoca, che oggi ospita il Museo della via Flaminia. Qui dentro possiamo scoprire tante informazioni storiche e archeologiche sull’itinerario romano.
Varchiamo il fornice centrale e sorpassiamo il palazzo storico alla nostra destra, ora sede distaccata dell’Università di Urbino; percorriamo un centinaio di metri e ci troviamo al cospetto della Cattedrale di Fano e della sua piazzetta.
È un edificio importante per la storia di Fano, poiché sorge sulle ceneri di un precedente edificio: questa nuova struttura, riedificata in stile romanico nel 1124 diventa di fatto uno dei luoghi di culto più antichi della città.
Al suo interno trovano luogo capolavori di Ludovico Carracci e Sebastiano Ceccarini; ma su tutte troneggia il magnifico pulpito con lastre marmoree su cui sono scolpiti bassorilievi in stile romanico.
Usciamo di nuovo in piazzetta e spostiamoci ancora più avanti: eccoci arrivati all’incrocio con il corso principale della città: Corso Matteotti.
Alla nostra sinistra troviamo uno storico bar di Fano, il Caffè Centrale, da sempre momento fisso per la colazione del sabato fanese, prima di tuffarsi nel marcato.
Davanti noi spicca invece la Mediateca Montanari e il suo giardino: ricavata dalla novecentesca scuola elementare “Luigi Rossi”, l’edificio ospita oggi una moderna struttura multimediale per lo studio, la lettura e il gioco. Nel suo piano interrato possiamo trovare i resti dell’Augusteo di Fano.
In ogni colonia infatti si poteva trovare un tempio dedicato al divo Augusto, nell’area del foro, che in generale era ubicata nel punto d’incrocio tra cardine massimo e decumano massimo. E Fano non è da meno: in questo luogo doveva infatti sorgere l’area vitale della colonia; ma degli edifici più significativi che dovevano trovarvisi, mancano ancora all’appello il Tempio della Fortuna che da il nome alla città, e la famigerata Basilica vitruviana.
Sappiamo però che – oltre all’Augusteo – alle spalle della Mediateca, nell’ex Filanda Bosone, è presente il Teatro della Colonia Julia Fanestris: l’area è stata da poco acquistata dal comune che sta procedendo con una campagna di scavo per verificare se nelle immediate vicinanze sia presente anche il tempio.
Ma torniamo al crocevia: qui le nostre possibilità di itinerario, si moltiplicano.
Possiamo girare a sinistra, percorrere il corso fino a giungere alla romantica Darsena Borghese, costeggiare le antiche mura romane e risalirle fino ad arrivare alla Rocca Malatestiana per assistere a qualche evento o concerto all’aperto; fermandoci un attimo durante la passeggiata, in un altro degli storici bar/gelaterie di Fano, il Pino Bar.
Oppure possiamo proseguire verso il mare, che si apre nello scorcio innanzi a noi, e arrivare quindi alla chiesa di S. Domenico, con la sua pinacoteca che ospita le opere di Guercino, Guerrieri, Barocci e Cantarini; o fermarci in Piazza delle Erbe, sede del mercato ittico cittadino e della parte del mercato del sabato dedicata al cibo e alla casa; e arrivare poi, qualche passo più avanti, al piazzale del Politeama, teatro e cinema storico della città.
O infine, possiamo svotare a destra e percorrere Corso Matteotti nella sua lunghezza ed arrivare così al punto nevralgico della città. Qui si trova infatti la piazza di Fano, Piazza XX Settembre, con le sue bellissime architetture storiche incastonate tra casette d’affaccio e localini.
Possiamo ammirare la torre dell’orologio, che svetta dal Palazzo della Ragione eretto nel 1300 e trasformato poi in teatro in stile barocco nel 1676 su progetto dell’architetto Giacomo Torelli. Il Teatro della Fortuna è oggi il fiore all’occhiello della lirica, della prosa e degli eventi fanesi.
Questo palazzo è collegato ad un altro palazzo storico attraverso l’arco Cybo-Borgia, struttura voluta proprio da Cesare Borgia che nel 1500 conquistò la città e ne fece uno dei suoi quartier generali per la guerra in Romagna.
Il Valentino, vista la magnificenza e l’importanza, volle stabilirsi dunque nel Palazzo Malatestiano: oggi è sede della Cassa di Risparmio di Fano, dell’omonima Fondazione, ma soprattutto del Museo Archeologico e Pinacoteca, dove potrete ammirare ceramiche, numismatica, reperti preistorici e protostorici della zona di Fano al periodo romano di Fanum Fortunae, dalla pregevole collezione di pitture di scuola locale, veneta, bolognese e romana del XV, XVI e XVII sec., fino all’arte contemporanea.
Arrivati a questo punto potete scegliere se fermarvi per un aperitivo, oppure proseguire e perdervi per i vicoli di Fano. Noi non vogliamo rovinarvi la sorpresa né tantomeno togliervi il piacere della scoperta, ma sappiate che in questo itinerario urbano potrete anche trovare: una chiesa con un’opera di Raffaello in bella mostra; un tempietto ortodosso a pianta ottagonale, che fa da spartivia del corso; un bastione rinascimentale che oggi è sede di varie associazioni che organizzano eventi (e dove si può fare un romantico aperitivo in giardino) e soprattutto, una chiesa a cielo aperto, che espone anche le tombe dalla famiglia Malatesta.
GLI EVENTI A FANO
A Fano ci sono due eventi veramente caratteristici: il Carnevale e la Fano dei Cesari. Del primo vi abbiamo già ampiamente parlato in questo articolo; il secondo invece, come si può facilmente intuire, è un evento di carattere rievocativo, che celebra il periodo romano.
In genere, la Fano dei Cesari, si svolge nelle prime settimane di luglio e per alcuni giorni la città si trasforma nella Colonia romana, con tanto di rievocazioni in costume sia della vita tradizionale che militare, con tanto di parata trionfale sotto l’Arco d’Augusto e un’epica corsa con le bighe attorno al bastione del Pincio.
Ecco a voi il link al sito ufficiale dell’evento per avere maggiori informazioni.
Oltre a questi eventi maggiori, troviamo tante altre feste e ricorrenze che rendono Fano una città davvero vivace.
Troviamo ad esempio In gir per Fan, una visita della città che è anche una degustazione enogastronomica itinerante dei prodotti del territorio, che si possono assaggiare e gustare nei vari punti d’interesse cittadini.
Magari possiamo dedicarci alla saggistica e incontrare i grandi nomi del panorama nazionale con i loro interventi al Passaggi Festival, evento dedicato alla letteratura ai libri di questo genere letterario votato all’analisi e allo studio, al confronto e all’approfondimento, che si svolge in Piazza XX Settembre, l’ultima settimana di giugno.
E se vi piacciono la musica jazz e il mare, Fano ha in serbo per voi Fano Jazz by the Sea, rassegna internazionale dedicata a questo genere musicale, che si svolge lungo il lido, l’ultima settimana di luglio.
Gli amanti del luppolo non potranno invece perdersi Birra d’Augusto, evento in cui tutto il Pincio si trasforma – nel secondo weekend d’agosto – in grande locale a cielo aperto, ospitando musica, birrifici locali e artigianali, e tanti food truck.
Se poi ancora non siete sazi, la prima settima di settembre potrete gustarvi dell’ottimo brodetto – uno dei piatti tipici della cucina fanese – al Brodetto Fest, che trasforma tutto il lungo mare e il centro, in una rassegna culinaria della specialità di pesce.
BRODETTO, MORETTA E ALMA
Il vero fanese, el purtulott per capirci ha un solo motto: Brodetto, Moretta e Alma.
Tralasciando l’Alma, che poi altro non è che l’Alma Juventus Fano, squadra di calcio cittadina; le restanti due sono le grandi specialità che rendono Fano molto saporita.
Del brodetto, come per il carnevale, abbiamo già parlato nelle scorse settimane: qui potrete trovare l’articolo, se velo siete perso.
Per quanto riguarda la Moretta, vi avvertiamo: se provate a definirlo “solamente caffè corretto”, in zona porto, potreste correre dei seri pericoli. Si tratta infatti di una ricetta complessa, con una mistura alcoolica che varia nelle percentuali e nelle componenti di bar in bar. Lo spettacolo è poi vedere caffè con la scorzetta di limone, galleggiare sopra questa mistura, perfettamente e dolcemente divisi.
Se volete assaggiarla, vi consigliamo il Bar Giuliano (meglio noto come il Caffé del Porto), oppure il Bar Pio a Bellocchi: in entrambi i casi troverete una mistura eccezionale!
E allora? Cosa fate ancora lì? Venite a Fano, a vedere la bellissima colonia romana che nel corso del tempo è diventata una delle città più belle e ricchi di sapore della nostra stupenda regione Marche!
Comentários