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CAVALLO DI FUOCO: i fuochi d’artificio di Ripatransone


Ci sono tante festività che caratterizzano la nostra bellissima regione: le Marche hanno tradizioni antichissime e speciali che vengono celebrate ancora oggi.


Questa volta vogliamo parlarvi del Cavallo di Fuoco, rievocazione storica che si tiene ogni anno a Ripatransone (Ascoli Piceno), nel giorno dell'Ottava di Pasqua.


STORIA DEL CAVALLO DI FUOCO

Ad oggi il Cavallo di fuoco viene vissuta come manifestazione civile, eppure rimane essenzialmente una festa religiosa, al punto che la sua organizzazione è demandata alla confraternita del Duomo, intitolata alla Madonna di San Giovanni (venerata da secoli nella cittadina picena).


La storia di questa celebrazione torna indietro fino al ‘600, per la precisione al 10 maggio 1682, in occasione della incoronazione del simulacro della Madonna di San Giovanni: sembra che, per l’occasione, un artificiere di Atri venne chiamato a realizzare uno spettacolo.


Una cosa incredibile per l’epoca: l’artificiere realizzò una cavalcatura con fuochi artificiali “con il quale girò più volte la piazza buttando sempre raggi ed altre bizzarrie” entusiasmando così tanto i ripani, che vollero farne una tradizione annuale.


Il problema però fu che inizialmente decisero di utilizzare un animale vero: ovviamente il povero cavallo veniva sottoposto ad uno sforzo troppo duro da sopportare, e questo portò alla sostituzione con una sagoma.


Questa sagoma, fino al 1932, veniva issata in spalla dal più robusto dei cittadini e trasportata per la celebrazione: si reputò in seguito più conveniente dotarlo di ruote e timone e farlo trainare da volontari dotati di vesti e accessori di protezione.


LA CELEBRAZIONE

Quella del Cavallo di Fuoco, è una celebrazione che segue diversi passaggi consolidati nella sua ritualità; ma a cui non sono mancate le aggiunte di novità nel corso dei secoli (spesso ad opera dei giovani, come l’accompagnamento con cori e campanacci).


Lo spettacolo viene organizzato la sera dell’ottava di Pasqua, attorno alle 21.00: il Cavallo viene prelevato e condotto attraverso la circonvallazione panoramica della città, per poi incontrare il corpo bandistico cittadino proveniente da piazza Condivi, in largo Speranza.


Questo ricongiungimento viene accompagnato al suono della Marcia n.23 del maestro Guarino, che di fatto è l’inno cittadino. Le note accompagnano l’animale lungo corso Vittorio Emanuele fino alla sua destinazione sul sagrato della Cattedrale cinquecentesca.


A questo punto viene spenta la pubblica illuminazione permettendo il massimo risalto ai giochi pirotecnici: Il Cavallo, imbottito di petardi, compie diverse tornate lanciando fiamme in tutte le direzioni, esplodendo in aria i fuochi più spettacolari.


Lo spettacolo ha una durata complessiva generalmente breve (fra i 20 e i 30 minuti) dove il cavallo è avvolto da baffi e girelle (nomi popolari che la tradizione accosta alle scintille che piovono sulla folla alternativamente dai due fianchi, e alla corona di petardi che rotea dalla testa) e la sua fase finale è segnata da una detonazione molto potente che decreta la fine della rievocazione.

Ma nello spirito della manifestazione, che se vogliamo può anche accostarsi ai tori di San Firmino in Spagna, il Cavallo deve soprattutto "minacciare" la gente accalcata, disperdendola in ogni direzione.


Uno spettacolo davvero suggestivo che vi consigliamo di gustarvi quando visiterete le Marche e deciderete di passare da Ripatransone!

E come al solito, eccovi il sito ufficiale dove trovare tutte le informazioni circa il Cavallo di Fuoco e la cittadina Picena.

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