Se nello scorso articolo vi abbiamo parlato della tradizione pasquale legata ad uno dei piatti tipici della tradizione marchigiana (potete trovarlo qui se non lo avete ancora letto), oggi vi vogliamo invece far conoscere uno degli eventi più caratteristici con la quale si celebra la pasqua e si rievoca l’evento biblico nella provincia di Pesaro e Urbino: la Turba di Cantiano.
Scopriamo insieme la storia e le tradizioni legate a questo evento.
Le origini della turba
Come abbiamo detto, la Turba è una rappresentazione sacra del Venerdì Santo che si svolge nella città di Cantiano, nell’entro terra della provincia della provincia di Pesaro e Urbino.
È una tradizione che sembra risalire al medioevo, traendo origine – anche se non in maniera diretta – dai moti popolari che si diffusero nel centro-Italia, in particolare nelle Marche e in Umbria, intorno alla metà del XIII secolo.
Sarebbe una sorta di invocazione alla pace sotto forma di allegoria: il popolo, stanco della miseria e delle condizioni a cui e le continue lotte tra guelfi e ghibellini avevano portato, decise di utilizzare la rievocazione del Venerdì Santo, come esortazione a cessare i conflitti.
Ci sono pareri e fonti discordanti sulle origini di questo movimento espiatorio: la tradizione locale parla di un’origine precedente all’anno mille, risalente al monaco eremita cantianese Domenico Loricato, che si disciplinava continuamente passando per gli eremi limitrofi, intorno al monte Catria.
C’è anche la tradizione storica, che invece narra di una rivelazione divina ricevuta da un giovanetto o da un eremita umbro - la questione è ancora incerta - che anticipava un gravissimo imminente flagello dal Cielo a causa delle colpe accumulate dai guerreggianti di ogni parte. Questo avrebbe portato, attorno al 1260, ad una grande processione religiosa per chiedere la santa intercessione della Vergine Madre di Dio. Leggenda vuole che questa processione, partita dall’Umbria, si spinse a nord, attraverso le Marche, fino in Romagna e “oltremonte e giunse in Provenza e Germania …”.
Secondo questa variante, anche Cantiano accolte la “turba” dei penitenti, che si facevano strada con fiaccole, accompagnati dai canti del Miserere procedevano nella sofferenza e nella redenzione, battendosi e flagellandosi, implorando il perdono, invocando la pace e la fratellanza.
L’evoluzione della turba
Arrivati attorno 1440, si sente la necessità di regolamentare quello che è un vero e proprio rito pasquale.
In quegli anni, nel ducato di Urbino è presente San Bernardino da Siena: si deve a lui – sembra – la riforma di quella che originariamente era conosciuta come Compagnia dei Battuti, e la serie di regole che poi vanno a codificarsi nella Turba che possiamo vedere oggi.
Se inizialmente la compagnia doveva prepararsi “… a gire col sacho per le chiese in memoria de la passione de Christo … ” la mattina del venerdì santo; nello sviluppo della processione, che con il tempo accolse la figura di Cristo insieme a quelle degli attori nel ruolo dei personaggi biblici principali della Passione e dell'intera Storia della Salvezza, prese corpo la Sacra Rappresentazione della Passione con la ripetizione delle ritualità, dei personaggi, dei dialoghi, dell'azione.
Nacque così, nell'ordine immutabile di Gesù e dei Ladroni, dei Sacerdoti e dei Soldati, la sfilata scenica che ancora oggi per ricordare le antiche origini viene chiamata “Turba”.
La Turba oggi
L’attuale Turba, dunque, è una manifestazione che innesta diversi elementi teatrali di rara suggestione scenica sull'originaria processione di personaggi in costume: l'intero centro storico del paese si trasforma in un enorme teatro all'aperto, che fonde la ricostruzione scenografica con gli elementi architettonici ed orografici del paesaggio circostante.
Se la parola ha sostituito la mimica, immutate restano le caratteristiche popolari delle origini che non si discostano granché dalla tradizione dei misteri medievali: la recitazione dei passi salienti del Vangelo rende più immediata la comprensione dei fatti narrati.
Come un film
Se vi capitasse di assistere ad un’edizione, non mancherete di notare il grande impatto scenico degno di un vero kolossal americano.
Non è un caso: nella messinscena vengono introdotte importanti innovazioni da Dante Bianchi che, nel 1940, integra le scene e la teatralità dell'azione e dei linguaggi. Nel 1954, è invece il regista pesarese Carlo Vadi, a riorganizzare la rappresentazione, ispirandosi ai kolossal americani, inserendo truccatori, scenografi e costumisti. E infine, nel 1960, vengono noleggiati i primi costumi per i soldati romani presso gli Studi Cinematografici di Cinecittà che, negli anni successivi, vennero acquistati.
Si dà così l'impronta e l'avvio alle edizioni di grande effetto scenografico che, sempre aggiornate e migliorate, richiamano a Cantiano la sera del venerdì Santo spettatori sempre più numerosi e di provenienze più disparate e la crescente attenzione dei media nazionali.
Riconoscimenti
Negli anni la Turba ha conseguito importanti riconoscimenti, quali il Patrocinio del Ministero dei beni culturali e della Pontificia Commissione per i beni culturali della Chiesa.
Fa parte di EuroPassion, l'Associazione che raccoglie le più importanti e datate Sacre Rappresentazioni d'Europa. Di fatto rappresenta quindi una delle più antiche, suggestive ed articolate Sacre rappresentazioni della penisola italiana.
Per rimanere sempre aggiornati sulla Turba, vi lasciamo il link al sito ufficiale e speriamo di vedervi il prossimo anno al venerdì santo di Cantiano.
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