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LA MARINERIA E L’ADRIATICO: i colori e i sapori del mare delle Marche


Care amiche e cari amici di Casa Monachesi ben tornati nel nostro spazio settimanale dove si parla di Marche, delle sue bellezze, delle sue tradizioni, dei suoi sapori e dei suoi colori.


Nelle scorse settimane, avrete sicuramente imparato quali sono le peculiarità della nostra bellissima regione.


Nelle Marche troviamo i monti, l’imponente catena appenninica che incornicia la nostra regione da nord a sud. Troviamo i boschi, che racchiudono nel verde di una rigogliosa e lussureggiante vegetazione, tante specie faunistiche protette e particolari. Troviamo le colline, fertili declivi che ci donano tanti squisiti prodotti tipici del territorio, come vini e olio.


E poi c’è il mare. Soprattutto il mare.


Il mare Adriatico, il mare che bagna le coste della regione e che va a dare la pennellata finale a questo stupendo quadro naturale.


Non è un mare facile, l’Adriatico, e per solcare le sue onde bisogna essere esperti marinai; come bisogna essere fini pescatori per riuscire a carpire i segreti della fauna ittica che lo abita.


Scopriamo insieme, allora, le origini della marineria marchigiana e del suo rapporto con il mare Adriatico.


LA STORIA DELLA MARINERIA

Si può dire che la storia della regione Marche, sia sempre stata toccata dalla navigazione e dalla marineria; già cominciando con gli insediamenti delle popolazioni pre-romane che fondano addirittura culti dedicati alla navigazione.


Non è un caso, infatti, che Fano (di cui parleremo nei prossimi articoli), all’arrivo e alla conquista dei romani nel territorio, avesse già un culto molto diffuso dedicata alla dea Fortuna, pregata soprattutto come protettrice dei naviganti (per lo più pescatori).


E poi, lo abbiamo visto anche nell’articolo dedicata al capoluogo, la stessa Ancona ha un forte legame fondativo con il mare: sono stati degli esuli dorici, in fuga dalla Sicilia, a giungere via mare fina alla costa del Conero, e a dare a questa area il nome di Ankòn, gomito, per via della forma che scorgevano dal mare.


Il mare Adriatico ha poi costituito la base per tante altre civiltà e popoli che nelle Marche si sono insediati e che con il mare hanno stabilito un rapporto di rispetto e dedizione.


Un esempio sono i Galli Sénoni, popolazione autoctona delle Marche, che ha fondato più di una città a ridosso della costa tra Senigallia e Fermo, proprio sia per un vantaggio in termini di approvvigionamento ittico, sia per aumentare i propri scambi commerciali con i popoli vicini.


E poi, ci sono anche i pirati! Ancora in fase di studio e accertamento, sono infatti le fonti che raccontano di un insediamento piceno a Novilara, nei primi colli tra Fano e Pesaro, dalla quale gli abitanti scorgevano possibili navi mercanti li da depredare, e da cui scendevano in poppa ad una nave simile ad un drakkar, su un corso d’acqua che portava proprio al mare.


L’ADRIATICO E LE SUE CARATTERISTICHE

Le Marche dunque, hanno una lunga tradizione legata al mare Adriatico, e la nostra storia si lega a doppio filo con esso.


Ma quali sono le caratteristiche di questo mare?


L’Adriatico è lungo circa 800 chilometri, con una larghezza media di circa 150: questo conferisce al mare una superficie di 132.000 km2.


La sua profondità può raggiungere anche 1.222 metri man mano che ci si avvicina alla fine della penisola.


È un mare “chiuso” a nord dal golfo di Trieste, e a sud dal canale d’Otranto: questo rende correnti e maree in genere molto contenute, non causando troppi problemi al nostro territorio né alla fauna che lo abita.


Dai nostri porti infatti si possono tranquillamente raggiungere le coste della Slovenia, senza che le correnti ci portino troppo alla deriva.


I principali corsi d’acqua della regione Marche, che sfociano nel mare sono il Foglia, il Metauro, l'Esino, il Tenna ed il Tronto.



I PESCI: LA BONTÀ DEL NOSTRO MARE

Il mare Adriatico – lo abbiamo detto – è stata ed è fonte di vita e sostentamento per le genti che lo hanno abitato da nord a sud.


Noi marchigiani non siamo da meno, e abbiamo sviluppato nel corso del tempo, un’ottima attività di pesca, che poi si traduce in una delle migliori cucine di pesce del territorio italiano.


Vediamo quali tipi di pesce e di molluschi si possono pescare nelle acque marchigiane.


Innanzitutto, il nome che racchiude e denomina il pescato marchigiano, è pesce azzurro: un insieme delle specie tipiche delle nostre acque, che racchiude alcune varietà di pesci d’acqua salata come sardine, arringhe, alici, sgombri, mazzole, triglie, canocchie; caratterizzati da un colore del dorso che richiama le sfumature del blu.


Abbiamo poi i molluschi, che in alcuni casi possono anche essere autoctoni: ci riferiamo ai Moscioli, cozze tipiche dell’anconetano e pescabili solo nelle coste del Conero.


Ma più in generale, a largo, troviamo cozze, vongole, cannoli, lumachini o garagoli, capesante, seppie, calamari, polpi e totani; molluschi che compongono l’ossatura del pescato marchigiano, ma soprattutto dei piatti tipici della costa.


LA MARINERIA OGGI

La tradizione marinara si è conservata ed ancora oggi la spina dorsale dell’economia marchigiana.


Da nord a sud, da Gabicce a Porto d’Ascoli, ogni domenica notte i nostri pescherecci e i nostri marinai salpano dai porti e incominciano la loro settimana di fatica e di acqua salata.


Certo, oggi è un po’ più semplice di quanto non lo fosse in passato, grazie agli strumenti di bordo, a motori più resistenti e a comodità sottocoperta e in cambusa, che migliorano la moderna attività di pesca; ma è comunque un lavoro faticoso e ricco di insidie.


Si tratta però di una tradizione antica, fatta di acqua salata, di legname e sartie; di reti e di ferri: se volete ripercorrere la tradizione della marineria marchigiana, potete trovare diversi musei dedicati nelle nostre principali città.


Potrete infatti passare a Pesaro, e visitare il Museo della Marineria "W. Patrignani", scoprendo un percorso conoscitivo sulla cultura del mare attraverso l’allestimento di oggetti d’uso della gente di mare dei secoli XV-XVIII.


In un itinerario che si sviluppa secondo alcune scelte tematiche cui sono stati dedicati gli spazi espositivi: Colori e simboli degli ornamenti delle barche, ancore, polene, La nave di Novilara, La città dei mercanti, Relitti e naufragi, Tipi navali, Le arti del porto, Antiche e nuove maniere di pescare, Maestri d’ascia e cantieri.


Qui potrete trovare il link per le informazioni su orari e visite.


A San Bendetto del Tronto potete poi troverete il Museo del Mare, che raccoglie anche testimonianze archeologiche dell’antico Castrum Truentinum; un museo ittico, dedicato alla fauna che popola l’adriatico; e una pinacoteca del mare.


Dislocato nel complesso del Mercato Ittico all'Ingrosso presso il Molo Nord del porto cittadino - è un polo museale che l’Amministrazione Comunale di San Benedetto del Tronto ha dedicato al suo mare.


Comprende: l’Antiquarium Truentinum, il Museo delle Anfore, il Museo Ittico “Augusto Capriotti”, il Museo della Civiltà Marinara delle Marche e ne fa anche parte la Pinacoteca del Mare pur se ospitata nei locali di “Palazzo Piacentini” al “Paese Alto” della città.


Ecco a voi il link per tutte le informazioni che vi servono.



Eccoci giunti alla fine anche di questo articolo: speriamo che vi posso far piacere conoscere qualcosa di più sull’antica arte della marineria e che vi abbia ispirato a venire qui nelle bellissime Marche ed ammirare il bel mare adriatico.

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